Una serie di piccole figure composte da quadretti (dette polimini) e riprodotte a forma di quadrato, rettangolo, lettere T, S, Z e L; una caduta dall’alto casuale, per incastrare le une alle altre fino a formare una riga piena, senza spazi vuoti, e cancellarla dallo schermo; velocità sempre crescente, punteggi altissimi, record, campionati e fuoriclasse.

È il celeberrimo Tetris, uno dei videogiochi più diffusi, famosi e amati di tutti i tempi, opera del genio di un programmatore russo, Leonidovic Pazitnov, che negli anni ‘80 ha trasformato in videogame la passione tutta russa per i polimini.

In Tetris di Jon S. Baird, il racconto di come il software del videogioco che stava già spopolando nella patria Russia è arrivato in Occidente, diventa quasi una spy story che coinvolge persino il KGB. Trattative commerciali estenuanti, giochi d’azzardo sulle future vendite e persino sul vero possesso dei diritti di diffusione, incontri tra le antitetiche culture russa e americana per cercare di trovare un accordo, centinaia di milioni di dollari in ballo, giganti dell’industria videoludica a contendersi i polimini: nella pellicola di Baird c’è davvero tutto quello che può lasciare lo spettatore col fiato sospeso.

L’opera, una produzione anglo americana, sicuramente ci mette fantasia nel romanzare una realtà che però non è stata poi troppo dissimile da quanto si vede nel film: negli anni ‘80, come si sa, la Guerra Fredda era la costante storica con cui doveva confrontarsi il mondo intero, e permea di per sé il contesto in cui si muovono i personaggi della pellicola. Sarebbe finita di lì a poco, davanti al crollo dell’intero sistema sociale sovietico, ma i programmatori di software, i funzionari moscoviti e gli spregiudicati uomini d’affari che volteggiavano attorno a Tetris non potevano saperlo.

E così il film inchioda lo spettatore, scena dopo scena, a seguire le vicende di Henk Rogers, il produttore olandese che si innamora del gioco, e proprio di Pazitnov, il papà del Tetris: si conoscono, si studiano, diffidano l’uno dell’altro, infine superano ogni differenza tra loro, mentre la storia procede verso il finale di gloria che tutti conosciamo per il videogame. Una storia di spigoli, ostacoli, difficoltà, incastri. Proprio come una caduta di polimini da mettere in fila.

 

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