Presentata oggi 14 marzo 2023 la nuova edizione del Rapporto Clusit 2023 a cura di Clusit – Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica.
Il Rapporto inizia con una panoramica degli incidenti di sicurezza più significativi avvenuti a livello globale (Italia inclusa) nel 2022, confrontandoli con i dati raccolti nei 4 anni precedenti. L’Italia ne esce con +169% di attacchi hacker rispetto al 2021. A livello mondiale la crescita è del 21%.
Con 2.489 incidenti gravi a livello globale, il 2022 si caratterizza per l’ennesima volta come l’anno peggiore da sempre per la cyber security: sono stati 440 gli attacchi in più rispetto al 2021, che segnano una crescita annua del 21%; la media mensile degli incidenti è stata 207, contro i 171 dell’anno precedente. Il picco massimo dell’anno – e di sempre – si è registrato nel mese di marzo, con 238 attacchi.
Nel contesto delle crescenti tensioni internazionali tra superpotenze e di un conflitto ad alta intensità combattuto ai confini dell’Europa anche l’Italia appare ormai in maniera evidente nel mirino: nel 2022 nel nostro Paese è andato a segno il 7,6% degli attacchi globali (contro il 3,4% del 2021). In numero assoluto sono stati 188 gli attacchi verso il nostro Paese, dato che segna un incremento del 169% rispetto all’anno precedente. A completare il quadro italiano, la gravità elevata o critica nell’83% dei casi.
Negli ultimi cinque anni si è verificato un cambiamento sostanziale nei livelli globali di cyber-insicurezza mondiali – hanno commentato i ricercatori di Clusit illustrando i trend di crescita degli incidenti – al quale non è corrisposto un incremento adeguato delle contromisure adottate dai difensori. Dal 2018 al 2022 è stata rilevata una crescita degli attacchi pari al 60%; nello stesso periodo la media mensile di attacchi gravi a livello globale è passata da 130 a 207.
In un contesto di cybercrime già in costante crescita, nel 2022 il conflitto tra Russia e Ucraina ha attivato capacità cibernetiche offensive utilizzate dai contendenti, dai loro alleati e in generale dai principali attori globali a supporto di attività di cyber-intelligence, di cyber-warfare e di operazioni ibride.
Secondo i ricercatori di Clusit, per quanto oggi in ambito intelligence e militare prevalgano ancora gli attacchi di natura tipicamente clandestina rispetto a quelli condotti con finalità di degrado, negazione o distruzione di sistemi e infrastrutture digitali, questa proporzione appare destinata a cambiare in un prossimo futuro: il processo di rapida adozione e messa in campo di strumenti cyber-offensivi sofisticati sarà difficilmente reversibile, e in prospettiva potrebbe causare gravi conseguenze in un mondo già fortemente digitalizzato ma sostanzialmente impreparato ad affrontare minacce di questa natura.
2022, attacchi record nel mondo e in Italia
Gli attacchi cyber hanno registrato nel 2022 a livello globale e nazionale il valore più elevato di sempre e la maggior percentuale di crescita annua. Nell’illustrare i dati, i ricercatori e gli esperti di Clusit hanno evidenziato che si tratta di una fotografia esemplare, che tuttavia rappresenta soltanto la punta dell’iceberg, data la tendenza complessiva delle vittime a mantenere riservati gli attacchi cyber subìti, nonostante lvesistenza di normative ormai consolidate, come il Regolamento GDPR e la Direttiva NIS in Europa ed altre in fase di adozione come NIS2, DORA o il Cyber Resiliency Act.
Oltre che in quantità, su scala globale gli attacchi nel 2022 sono cresciuti anche in gravità, arrivando a livelli di impatto elevato o critico nell’80% dei casi, dato allineato al contesto italiano, ovvero con una ripercussione rilevante per le vittime a livello di immagine, di aspetto economico, sociale e dal punto di vista geopolitico.
Gli obiettivi degli attacchi nel mondo e in Italia
L’analisi degli incidenti cyber noti nel 2022 evidenzia una netta prevalenza di attacchi con finalità di cybercrime, che sono stati oltre 2.000 a livello globale, ovvero l’82% del totale, in crescita del 15% rispetto al 2021. Per l’Italia la percentuale sale al 93%, in crescita del 150% rispetto al 2021.
Questa tipologia di attacchi, caratterizzata da significativi risvolti economici legati alla diffusione degli attacchi ransomware, mostra una tendenza di crescita costante negli ultimi cinque anni. In valore assoluto, anche gli attacchi riconducibili ad attività di spionaggio e sabotaggio (11% del totale), ad information warfare (4% del totale) e ad azioni di attivismo (3% del totale) hanno raggiunto a livello mondiale i propri massimi storici nel 2022.
Gli esperti di Clusit notano che, analizzati in percentuale sul totale, i dati tra il 2022 e il 2021 crescono per Information Warfare del 110% e Hacktivism del 320%, principalmente a causa del conflitto europeo.
Nel nostro Paese sono stati invece il 7% gli incidenti classificati come “attivismo”, mentre non sono stati rilevati attacchi significativi nelle categorie “Espionage / Sabotage” o “Information Warfare”.
Chi viene attaccato, nel mondo e in Italia
A livello mondiale le principali vittime tornano ad essere i Multiple Targets (22%), con un aumento del 97% rispetto al 2021: si tratta di campagne di attacco non mirate, che continuano a causare effetti consistenti. Segue il settore governativo e delle pubbliche amministrazioni (12%) che, come fanno notare i ricercatori Clusit, nell’arco di cinque anni ha visto un incremento complessivo del 25%.
Nel 2022 il 12% degli attacchi è stato rivolto alla Sanità, con valori in crescita percentuale del 16% rispetto al 2021, l’11% all’industria informatica e l’8% al settore scolastico e universitario. Le ultime due categorie segnano un leggero calo (-3%) rispetto all’anno precedente e soprattutto in riferimento all’uso estensivo di smart working e didattica a distanza nel 2020.
In percentuale sono cresciuti gli attacchi ai settori finanziario assicurativo (+40%) e Manufacturing, verso cui è stato rilevato un aumento costante degli attacchi, che sono raddoppiati dal 2018 e, dal 2021, mostrano una crescita percentuale sul totale del 79%, probabilmente a causa della crescente diffusione dell’IoT e dalla tendenza verso l’interconnessione dei sistemi industriali, spesso non sufficientemente protetti.
Anche le vittime nel settore News e Multimedia, dopo un calo drastico dal 5% al 2% tra il 2018 e il 2020, sono state protagoniste di un raddoppio tra il 2020 e il 2022, arrivando a rappresentare il 5% degli obiettivi, con una crescita percentuale del 70% dal 2021. Una componente di questo aumento è senz’altro riferibile al conflitto in Ucraina, nell’ambito di attività di disinformazione, propaganda e disruption di media considerati nemici da colpire.
Il settore più attaccato in Italia nel 2022 è invece quello governativo, con il 20% degli attacchi, seguito a brevissima distanza dal comparto manifatturiero (19%), che rappresenta il 27% del totale degli attacchi censiti nel settore livello globale.
In coerenza con quanto avviene a livello globale, si ha anche in Italia la maggiore crescita percentuale anno su anno per la categoria “Multiple Targets” (+900%). Gli attacchi nel nostro Paese sembrano andare di pari passo con il grado di maturità tecnologica negli specifici ambiti: i settori dei servizi professionali, e tecnico-scientifico vedono un incremento del 233,3% di incidenti gravi, l’industria manifatturiera il +191,7%. Essendo tra le più colpite, è rilevante anche la crescita per le organizzazioni del comparto informatico, (+100%) e governativo-militare (+65,2%).
La geografia delle vittime: i continenti più colpiti
I ricercatori di Clusit evidenziano come la lettura dei dati della distribuzione geografica percentuale delle vittime dia indirettamente la fotografia di come stia variando la digitalizzazione nel mondo e, allo stesso tempo, dei paesi che hanno adottato migliori azioni di difesa. In questo quadro, gli attacchi rivolti all’Europa hanno rappresentato nel 2022 quasi un quarto (24%) degli attacchi globali, in crescita di 3 punti percentuali rispetto al 2021 e in raddoppio rispetto a cinque anni fa.
L’America nel suo complesso diminuisce di 7 punti percentuali il numero di vittime rispetto all’anno precedente, con un valore di attacchi pari al 38%. Diminuiscono gli attacchi in Asia (8%) e rimangono stabili quelli in Oceania e Africa rispettivamente il 2% e l’1% del totale.
Le tecniche d’attacco, nel mondo e in Italia
Il malware rappresenta la tecnica con cui viene sferrato il 37% degli attacchi globali; seguono vulnerabilità (12%, escludendo la componente di attacchi basati sui cosiddetti “0-day”), phishing e social engineering (12%), in crescita del 52% sul totale rispetto allo scorso anno, come gli attacchi DDoS (4%), che segnano una variazione percentuale annua del +258% e tecniche multiple (+72% la variazione percentuale annua), in virtù della natura più complessa degli attacchi.
Anche nel nostro Paese, come nel resto del mondo, prevalgono gli attacchi per mezzo di malware, che rappresentano il 53% del totale italiano, un valore che supera di 6 punti percentuali il dato globale. In Italia, notano i ricercatori di Clusit, gli incidenti in questo settore hanno impatti gravi o gravissimi nel 95% dei casi.
Nel nostro Paese hanno invece avuto un impatto minore rispetto al resto del mondo gli attacchi di phishing e di ingegneria sociale, pari all’8%, mentre resta preoccupante la percentuale di incidenti basati su vulnerabilità note – pari al 6%, comunque inferiore rispetto al dato globale – che denotano la persistente inefficacia dei processi di gestione delle vulnerabilità e degli aggiornamenti di sicurezza nelle nostre organizzazioni.
Gli attacchi DDoS rappresentano il 4%, in linea con il dato globale, in diminuzione dal 2021 come confermato anche dall’analisi Fastweb della situazione italiana in materia di cyber-crime contenuta all’interno del Rapporto Clusit.
Secondo i ricercatori di Clusit appare probabile una migliorata capacità di protezione delle organizzazioni su questo fronte, insieme alla tendenza dei cybercriminali ad adottare tecniche di attacco meno impegnative e più redditizie, come le campagne malware. Infatti, ben il 64% degli incidenti a livello globale hanno come causa azioni “maldestre”, degli utenti o del personale informatico nelle aziende.
Analisi Fastweb della situazione italiana in materia di cyber-crime
Come ogni anno, Fastweb ha contribuito al Rapporto Clusit analizzando le principali tendenze grazie alla elaborazione dei dati provenienti dal proprio Security Operation Center (SOC) attivo 24 ore su 24 e dai propri centri di competenza di sicurezza informatica. Dall’analisi sull’infrastruttura di rete di Fastweb, costituita da oltre 6,5 milioni di indirizzi IP pubblici, su ognuno dei quali possono comunicare centinaia di dispositivi e server, sono stati registrati oltre 56 milioni di eventi di sicurezza, un aumento del 25% rispetto agli eventi rilevati nel Report 2021.
I fenomeni e gli effetti legati al cybercrime osservati nel 2022 sono, per la maggior parte, in continuità con quanto visto nel 2021. Si continua ad osservare una progressiva consapevolezza da parte delle aziende rispetto ai rischi informatici: infatti, nonostante l’intensificarsi degli eventi di sicurezza e l’elevata diversificazione delle tecniche di attacco, nel 2022 le rilevazioni rispetto agli effetti dannosi di questi eventi sono rimaste pressoché invariate. Sono state rilevate significative diminuzioni nel numero di attacchi Ddos (-25% degli eventi rispetto al 2021), dei servizi critici esposti su internet (- 9%) e del numero di malware (-4%). Quest’ultimo dato, in particolare, è legato al rafforzamento del livello di cyber-resilienza delle aziende, in quanto, nonostante un deciso aumento delle famiglie di malware (+22%), si registra un numero inferiore di attacchi.
L’analisi degli attacchi in Italia è poi completata dalle rilevazioni e segnalazioni della Polizia Postale e delle Comunicazioni, che hanno fornito dati e informazioni estremamente interessanti su attività ed operazioni svolte nel corso degli ultimi 12 mesi sugli eventi che hanno colpito nel 2022 i singoli cittadini e le PMI.
Segue un’analisi realizzata da Libraesva sull’evoluzione dell’e-mail security in Italia ed un approfondimento sulla Sanità, tra cyberattacchi e rischi per la salute, realizzato dalle Women for Security.
Presentato anche l’abituale capitolo dedicato al settore FINANCE, con un’analisi sul Cyber-crime nel settore finanziario in Europa, a cura di IBM, e un contributo realizzato dagli esperti del CERT di Banca d’Italia sullo scenario evolutivo della minaccia ransomware.
Seguono tre survey.
- La prima, realizzata da Netwrix, che ha intervistato 720 professionisti sul passaggio al Cloud e sulle problematiche di sicurezza riscontrate.
- La seconda sulla gestione del rischio cyber nelle grandi organizzazioni italiane, realizzata dall’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano.
- La terza sulla Cybersecurity nelle micro e piccole imprese, una Survey di CNA Milano e dell’Unione Artigiani Milano.
Questi sono infine i temi trattati nella sezione FOCUS ON:
- Access Broker e attacchi basati sull’identità: tendenze e protezione, a cura di CrowdStrike
- Infrastrutture Critiche (perimetro di cybersecurity nazionale), a cura di Fortinet
- Cyber Resilienza, a cura di Microsoft
- La nuova direttiva NIS 2 tra obbligo normativo e opportunità di migliorare la resilienza, a cura di Servitecno
- La Supply Chain come Kill Chain – La sicurezza nell’epoca Zero Trust, a cura di Trend Micro
- Enterprise Architecture per il supporto all’Information Security Management, a cura di Consulthink
- Intelligenza Artificiale – Un approccio alla gestione dei rischi per le aziende, a cura di Tamara Devalle e Andrea Pasquinucci.
- SOC: scenario attuale e pianificazione per il 2023, a cura di Federica Maria Rita Livelli.
In questa edizione del Rapporto continuano, inoltre, le interviste dedicate agli attori istituzionali (Autority, Agenzie, Forze dell’Ordine e Centri di Competenza) con cui il Clusit ha stretto accordi operativi per diffondere la cultura della sicurezza informatica presso le Aziende, la Pubblica Amministrazione e i cittadini.
Puoi chiedere una copia del “Rapporto Clusit 2023” al seguente link
https://clusit.it/rapporto-clusit/
https://clusit.it/wp-content/uploads/area_stampa/2023/Anteprima_Rapporto_Clusit_2023.pdf