Child Protection Online Focus Point, ITU (International Telecommunication Union)
* questo materiale é stato gentilmente messo a disposizione dall’UNICEF
Ci descriva per cortesia, il Suo campo principale di attività e il Suo più importante progetto legato all’uso delle tecnologie Internet per i giovani. Ciò che la soddisfa, la contraria e ciò a cui si deve il successo nel Suo lavoro.
Il potere di liberare tutto il potenziale delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (ICT) è oggi nelle mani dei bambini e dei giovani. Le tecnologie ICT sono un mezzo eccellente per lo sviluppo dei bambini, fornendo loro l’occasione di apprendere, di creare e di impegnarsi in modo innovativo nella soluzione di problemi. La ‘democratizzazione’ delle tecnologie ICT implica che il fenomeno assumerà sempre più importanza.
Malgrado i profondi vantaggi che le tecnologie ICT possono offrire, i bambini e i giovani si trovano a dover far fronte a rischi sia nuovi che significativi. I giovani possono essere esposti a contenuti o a contatti inopportuni, come per esempio a potenziali predatori sessuali. Possono subire danni di immagine attraverso la pubblicazione di informazioni personali sensibili, online o causati da fenomeni come il ‘sexting’, poiché essi fanno fatica a cogliere le implicazioni a lungo termine delle loro ’impronte’ digitali. I giovani possono essere coinvolti in comportamenti rischiosi o inopportuni, che possono avere delle ripercussioni negative, sia a livello personale che a terzi. Per questa ragione, l’ITU ha reso questa tematica una sua priorità ed ha deciso di lanciare il programma COP (Child Online Protection) nel 2008.
L’iniziativa COP coinvolge partner di tutti i settori della comunità globale in un dialogo internazionale per affrontare la questione della sicurezza dei giovani online, con lo scopo di creare un’esperienza che permetta a tutti i minori della terra di beneficiare di una maggiore consapevolezza in rete.
La COP raduna i partner di tutti i gruppi di attori che sostengono uno sforzo globale per proteggere i minori online, attraverso forum, quale il Gruppo di lavoro sulla Protezione del Minore Online, beneficiando anche della portata mondiale che abbiamo in quanto Agenzia delle Nazioni Unite.
Insieme, abbiamo percorso un lungo viaggio: la sicurezza online del minore é ormai una priorità all’ordine del giorno dei politici in molti paesi ed é diventata
una priorità assoluta per una larga diversità di protagonisti, incluse le imprese e le istituzioni finanziarie.
Il nostro scopo globale comune, di assicurare la fiducia nello spazio virtuale, non può essere realizzato da paesi e da terzi che agiscano isolatamente: tutti dobbiamo lavorare insieme se vogliamo riuscire a colmare le lacune esistenti. In un mondo sempre più interconnesso, che non conosce alcuna frontiera, é estremamente importante che tutti questi sforzi differenti siano allineati verso uno scopo comune, ossia quello di costruire uno spazio virtuale sicuro e degno di fiducia.
Se si proiettasse, in questa stessa professione, fra 10 anni, quali differenze immaginerebbe?
Fra 10 anni, credo che Internet – che é ancora al suo debutto – andrà ancora ben più lontano. Le tendenze del mondo digitale indicano che oggi assistiamo sempre più a connessioni senza filo, a velocità esponenzialmente più rapide, così come al trasferimento di quantità di dati sempre maggiore. Questo implica che il lavoro che abbiamo realizzato sino ad oggi potrà essere rivisto, per assicurare che le nostre reti siano a prova di insuccesso e che le generazioni future di utenti possano usufruire dello spazio virtuale in un ambiente più sicuro.
Poiché noi continuiamo a lavorare per permettere l’uso dell’ICT sia in paesi in via di sviluppo che in paesi meno sviluppati, da cui proverrà l’ultimo miliardo dei futuri utenti di Internet, dobbiamo ridurre le differenze all’accesso e alla diffusione dell’ICT per permettere lo sviluppo sociale, la protezione dell’ambiente, produrre ricchezze, offrire servizi medici e un’istruzione di qualità ai minori del mondo intero.
Dobbiamo anche riconoscere che non potremo mai realizzare il pieno potenziale offerto dall’ICT, se i minori, ovunque essi vivano, non hanno fiducia nel loro utilizzo. Possiamo assicurare questa fiducia solo lavorando insieme con le parti beneficiarie di tutte le nazioni, soprattutto se si tiene conto che sorgeranno nuove sfide, e cioè che nuovi strumenti e meccanismi di coordinamento dovranno essere sviluppati e condivisi.
In che modo le imprese e gli altri attori protagonisti dovranno lavorare insieme per raccogliere le diverse sfide e opportunità riguardanti i minori e il mondo digitale?
Per ridurre i rischi della rivoluzione digitale permettendo a sempre più bambini e giovani di raccoglierne i vantaggi, i governi, la società civile, le comunità locali, le organizzazioni internazionali e il settore privato devono lavorare mano nella mano con uno scopo comune. L’industria tecnologica ha un ruolo vitale da svolgere nello stabilire le fondamenta per un uso più sicuro e più rassicurante dei servizi che hanno per base Internet e le altre tecnologie.
Per esempio, il partenariato tra pubblico e privato è una delle chiavi fondamentali per elaborare una risposta nazionale, regionale e internazionale, coordinata al problema degli abusi sessuali online sui minori e per assicurare la condivisione delle informazioni tra le diverse parti interessate. L’industria, gli enti responsabili dell’applicazione della legge, i governi e la società civile devono lavorare in stretta collaborazione gli uni con gli altri per assicurare la messa in opera degli ambiti legali adeguati, in conformità con le norme internazionali in vigore.
Tali strutture di lavoro dovrebbero criminalizzare tutte le forme di abuso sessuale su minori e lo sfruttamento degli stessi, ma anche proteggere i giovani che sono vittime di tali abusi o di sfruttamento e assicurare che tutti i processi di segnalazione, di indagine e di cancellazione di un contenuto siano trattati nel modo più efficace possibile.
Chi o quale organismo considera come il ‘leader’ atto a provocare un cambiamento ed una progressione dei diritti dell’infanzia nel mondo digitale e perché?
Le Nazioni Unite svolgono un ruolo importante nel mondo digitale come facilitatore per le diverse parti in causa, invitandole a discutere insieme, identificare, poi mettere in opera delle soluzioni che permettano la costruzione di un Internet universalmente disponibile, aperto, in sicurezza e degno di fiducia.
Quali applicazioni o programmi creativi o innovativi svilupperebbe per i minori e i genitori per quanto riguarda la partecipazione civica e/o la cittadinanza digitale?
Credo che noi dobbiamo stimolare la produzione di contenuto online creativo ed educativo per i minori, così come la promozione di esperienze online positive per i più giovani.
Delle misure tecniche possono costituire una parte importante per essere sicuri che i minori siano protetti da potenziali rischi ai quali si trovano di fronte online, ma, questi ultimi sono solamente un elemento dell’equazione. I mezzi di controllo parentali, la presa di coscienza e l’educazione sono componenti chiave che aiuteranno a formare e a informare i giovani di diversi gruppi di età, così come i loro genitori, il personale che se ne prende cura e gli educatori.
Le parti in causa possono sostenere in modo proattivo i diritti del minore contribuendo a chiudere il divario digitale. La partecipazione dei minori esige un’alfabetizzazione digitale, cioè la capacità di capire e di partecipare al mondo digitale.
Senza questa capacità, i cittadini non potranno partecipare a numerose funzioni sociali che sono diventate ‘digitalizzate’, come tra l’altro la dichiarazione per le tasse, il sostegno a candidati politici, le firme per petizioni online, la registrazione di una nascita, o semplicemente l’accesso al commercio, alla salute, alle informazioni educative o culturali.
Dunque, é cruciale sviluppare programmi che sostengano le iniziative multimedia per fornire ai minori particolarmente a coloro che vivono in zone rurali o mal servite, le competenze digitali. Affinché diventino cittadini fiduciosi, connessi e attivamente impegnati, permettendo loro di partecipare appieno e senza rischi al mondo digitale.
Noi dobbiamo anche sviluppare piattaforme online che promuovano il diritto ai minori di esprimersi. Bisogna facilitare la partecipazione alla vita pubblica, incoraggiare la collaborazione, la partecipazione imprenditoriale e civica.
Infine, é importante concepire dei programmi per collaborare con le società civili locali e i governi sulle priorità nazionali o locali per estendere l’accesso universale ed equo all’informazione e alle tecnologie della comunicazione, alle piattaforme ed ai dispositivi e, naturalmente, a tutta l’infrastruttura sottostante che ne é la base.
Carla Licciardello
Biografia
Carla Licciardello è Focal Point del programma Child Online Protection presso l’ITU (International Telecommunication Union). Le sue responsabilità principali sono di coordinare le attività dell’ITU
Child Online Protection e di sviluppare progetti per la protezione dei bambini online sia con gli
Stati Membri dell’ITU che con altre organizzazioni internazionali. Lavora anche nel campo della cyber security e contribuisce a progetti multi-agenzie. Prima di entrare nell’ITU, Carla Licciardello ha lavorato, sempre a Ginevra, per la Missione Italiana presso le Nazioni Unite, e poi all’ONU presso il dipartimento
del Disaster Risk Reduction. Ha lavorato al ripristino delle comunicazioni e agli aiuti umanitari per gli stati membri dell’ONU colpiti da calamità naturali.