La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha individuato e smascherato un cittadino italiano che vendeva on line Green Pass falsi in collaborazione con un gruppo di hacker russi.
La denuncia presso la Polizia Postale di Genova di una modella genovese che aveva cercato in Rete la scorciatoia per poter andare in palestra, ossia un Green Pass falso, e per il quale la stessa aveva inviato i propri documenti e 150 euro attendendo invano il prezioso certificato, e non solo, per il quale si era vista ricattare di denuncia proprio dall’attore dietro la truffa, ha dato il via alle indagini.
La pista seguita dagli investigatori della sezione Financial Cybercrime della Polizia Postale, grazie ad una complessa indagine informatica, ha portato a uno studente del Lazio, figlio diciassettenne di una coppia di medici che, grazie alla sua intraprendenza e alle non comuni capacità informatiche, era diventato il referente italiano di un gruppo di pericolosi hacker russi, specializzati in Green Pass falsi.
Nel corso della perquisizione informatica è emerso che il giovane, che gestiva direttamente i canali Telegram su cui erano proposti in vendita i certificati contraffatti, dopo aver ricevuto la richiesta dell’utente, comunicava i dati all’hacker russo che forniva le indicazioni su come procedere al pagamento. Per poter confezionare un certificato credibile, il gruppo criminale richiedeva l’invio della copia dei documenti d’identità che venivano poi utilizzati per aprire conti on line, carte di credito o account presso le principali piattaforme di E-commerce o per compiere altri reati in un ciclo, potenzialmente, infinito.
Lo studente, sfruttando le numerose richieste di Green Pass, era riuscito ad accumulare, in pochi mesi, oltre ventimila euro che aveva investito in cryptomonete o nell’acquisto di applicazioni cosiddette BOT in grado di moltiplicare i membri di Telegram con utenti Fake oppure utilizzato per acquistare beni elettronici di ultima generazione, nonché costosi prodotti di bellezza e lussuosi capi di abbigliamento griffato, tutto materiale sequestrato nel corso della perquisizione.
I genitori del ragazzo, risultati estranei ai fatti, sono rimasti turbati per quanto appreso sul figlio di cui avevano apprezzato l’intraprendenza imprenditoriale, convinti che lo stesso guadagnasse qualche soldo vendendo upgrade per giochi online. L’indagine diretta dal sostituto Procuratore Federico Panichi e coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma è oggetto di approfondimento per gli sviluppi trasnazionali.