L’International Telecommunication Union (ITU) ha rilasciato il Global Cybersecurity Index 2024 (GCI), che evidenzia come i Paesi di tutto il mondo abbiano compiuto notevoli passi avanti in materia di sicurezza informatica, sebbene rimangano sfide significative per affrontare le minacce emergenti. Con questa pubblicazione, giunta alla quinta edizione, l’agenzia ONU ha riconosciuto l’Italia come un Paese modello per la sua postura in materia di cybersecurity.

L’ITU, agenzia delle Nazioni Unite specializzata nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, utilizza il GCI come strumento per misurare il livello di preparazione dei Paesi nella protezione delle infrastrutture digitali e nel rafforzamento delle capacità di risposta agli attacchi cyber attraverso cinque pilastri fondamentali: misure legali, tecniche, organizzative, sviluppo delle capacità e cooperazione internazionale.

Il Global Cybersecurity Index 2024 ha registrato un aumento degli sforzi rispetto all’ultimo indice del 2021: in media, i paesi hanno adottato più misure e migliorato i propri impegni in materia di sicurezza informatica.

Tra le minacce più preoccupanti evidenziate nel report figurano attacchi ransomware che prendono di mira i servizi governativi e altri settori, violazioni informatiche che colpiscono i settori chiave, costose interruzioni del sistema e violazioni della privacy per individui e organizzazioni.

Il GCI 2024 introduce una valutazione a cinque livelli che offre una panoramica più dettagliata dei progressi di ciascun Paese. Nel rapporto, 46 Paesi sono classificati nel Livello 1, la fascia più alta, che identifica i modelli di eccellenza nella cybersecurity. Tuttavia, la maggior parte delle nazioni rientra nei Livelli 3 e 4, dove sono stati ampliati i servizi digitali e la connettività, ma le misure di sicurezza non sono ancora integrate in modo completo.

In molti paesi e in tutti i gruppi regionali è stato evidenziato un “divario di capacità informatica”, caratterizzato da limitazioni in termini di competenze, personale, attrezzature e finanziamenti.

Secondo GCI 2024, l’Africa ha mostrato i progressi più evidenti in materia di sicurezza informatica dal 2021, mentre le nazioni in via di sviluppo senza sbocco sul mare e i piccoli stati insulari affrontano difficoltà legate a limitazioni di risorse e capacità. Anche i Paesi meno sviluppati stanno facendo progressi, ma hanno ancora bisogno di supporto internazionale per mantenere il ritmo di crescita.

Nel complesso, il GCI 2024 ha rilevato che 177 Paesi hanno adottato almeno una normativa in materia di protezione dei dati personali, protezione della privacy o notifica delle violazioni in vigore o in corso, mentre 139 Paesi dispongono di Computer Incident Response Team (CIRT) attivi, dimostrando un aumento delle capacità tecniche rispetto al 2021. Inoltre, 132 Paesi hanno sviluppato strategie nazionali per la sicurezza informatica, un progresso rispetto ai 107 del precedente rapporto.

Tra i risultati chiave del rapporto, emerge che la cooperazione internazionale è un fattore determinante per migliorare la sicurezza informatica globale. Oltre il 90% delle nazioni ha dichiarato di partecipare a trattati o accordi di cooperazione per lo sviluppo delle capacità e la condivisione di informazioni. Tuttavia, rimane cruciale rafforzare la capacità tecnica e la formazione professionale, con 123 Paesi che hanno introdotto corsi di formazione per specialisti della cybersecurity.

L’Italia è stata riconosciuta tra i Paesi che si distinguono come “modello” di eccellenza, ottenendo il massimo punteggio di 100/100 nel GCI 2024. Il Paese è stato premiato per la sua legislazione nazionale in materia di sicurezza informatica e criminalità informatica, per le sue capacità tecniche come la presenza di un CSIRT (Computer Security Incident Response Team) nazionale, l’adozione di una strategia nazionale e la presenza di un’agenzia governativa specializzata (l’ACN), incentivi per lo sviluppo, il miglioramento delle competenze e la consapevolezza nonché per la collaborazione a livello internazionale e con il settore privato.

Grazie a questo impegno, l’Italia è tra i 46 Paesi modello (Tier 1) più virtuosi che hanno dimostrato un forte impegno nel settore, coordinando le attività governative con quelle dei privati ​​e dimostrando solidità in tutti e cinque i parametri.

Nonostante i progressi globali, l’ITU esorta i Paesi a non abbassare la guardia di fronte alle minacce in continua evoluzione. Per il futuro, il GCI 2024 suggerisce di dare priorità a misure ad alto impatto, tra cui la creazione di strategie nazionali aggiornate, il potenziamento delle infrastrutture critiche e il rafforzamento delle competenze professionali in ambito cyber.

Per tutti i dettagli, leggi il report completo: GCI 2024 Report

https://www.itu.int/en/ITU-D/Cybersecurity/Pages/global-cybersecurity-index.aspx

https://www.acn.gov.it/portale/en/w/cybersecurity-italy-a-model-country-for-the-itu

 

 

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