Green Pass falsi – la truffa su Telegram
“La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha effettuato un’indagine con il coordinamento delle procure di Roma e Milano, che vede indagate quattro persone, tra cui due minorenni, accusati di truffa e falso. Per gli inquirenti i quattro, gestivano diversi canali Telegram specializzati nell’offerta illegale di Green Pass.
In totale trentadue i canali Telegram posti sotto sequestrato in esecuzione del decreto emesso dal gip di Roma.
“L’indagine nasce dall’attività di monitoraggio del dark web – spiega Ivano Gabrielli, direttore del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (Cnaipic) – L’offerta vede purtroppo la partecipazione di migliaia di cittadini italiana in cerca del Green Pass falso. Si tratta di documenti falsi che non possono essere validati dall’applicazione VerificaC19. Si rischia, quindi, di essere denunciati per il concorso in falso in atto pubblico e di consegnare i propri dati sensibili a criminali informatici”
Gli utenti – spiega un comunicato – venivano attratti con messaggi come questo:
“ciao, ti spiego brevemente come funziona: attraverso i dati che ci fornisci (nome e cognome, residenza, codice fiscale e data di nascita) una dottoressa nostra collaboratrice compila un certificato vaccinale e (quindi sì, risulti realmente vaccinato per lo Stato) e da lì il Green pass”.
Gli investigatori della Polizia Postale e delle comunicazioni di Roma, Milano e Bari, con il coordinamento delle procure della Repubblica presso i tribunali di Roma, Milano e dei minori di Bari, stanno eseguendo perquisizioni e sequestri nei confronti degli amministratori di 32 canali Telegram responsabili della vendita di Green pass falsi.
Erano migliaia gli utenti iscritti ai canali di note piattaforme di comunicazione dove veniva proposta, con garanzia assoluta di anonimato, la vendita dei certificati fake, da pagare in criptovaluta o buoni acquisto per lo shopping on-line, ad un prezzo compreso tra i 150 ed i 500 euro.
L’attività investigativa, tutt’ora in corso, è rivolta all’identificazione degli amministratori di ulteriori canali individuati oltreché degli acquirenti.
Si rammenta che qualsiasi certificato Green Pass originale non può essere falsificato o manomesso poiché ogni certificazione viene prodotta digitalmente con una chiave privata del Ministero della Salute che ne assicura l’autenticità. Ad ogni controllo con la preposta App ufficiale VerificaC19, viene interrogata la banca dati ministeriale contenente l’elenco ufficiale della popolazione vaccinata e, di conseguenza, un QR-CODE generato con una certificazione non autentica, non supererebbe la procedura di verifica – chiarisce la Polizia Postale”