Il trend del momento si chiama FaceApp, una applicazione che attraverso un algoritmo interno e solo dopo aver scattato un selfie consente di trasformare il proprio viso mostrando come saremo tra vent’anni.
Il realismo degli scatti è senza dubbio molto accurato e l’applicazione da semplice strumento di editing foto si è trasformato in un vero e proprio contagio di milioni di utenti, curiosi di “ammirarsi” nel futuro. Sulla spinta di alcune celebrità che hanno pubblicato sui social il risultato della loro trasformazione, il download dell’app ha avuto una crescita esponenziale.
Il problema tuttavia si è posto nel momento in cui si è scavato più a fondo nei termini e condizioni dell’app stessa. Fin dal principio infatti molti esperti hanno notato una NON- conformità con le norme sul trattamento dei dati europee tanto da scoprire che l’app è stata sviluppata dal 2017 ma ha raggiunto la ribalta negli ultimi giorni (circa 80 milioni di download) da Wireless Lab, una società con sede a San Pietroburgo, in Russia.
La società che produce applicazioni per smartphone, di proprietà di Yaroslav Goncharov, ex dirigente di Yandex, il principale motore di ricerca in Russia a fronte delle numerose richieste di informazione sul trattamento dei dati degli utenti e di possibili acquisizioni illegittime di foto da parte di enti governativi stranieri ha deciso di rilasciare una nota:
“Tutte le funzionalità di FaceApp sono disponibili senza effettuare il login e si può accedere solo dalla schermata delle impostazioni – ha aggiunto la società -. Di conseguenza, il 99% degli utenti non effettua l’accesso e pertanto non abbiamo accesso a dati che potrebbero identificare una persona”. I dati non sono venduti o condivisi con terze parti e comunque “i dati dell’utente non vengono trasferiti in Russia”.
Ma non finisce qui.
Data la popolarità dell’applicazione alcuni hacker hanno deciso di cogliere la palla al balzo. Alcuni ricercatori di Kaspersky LAB , l’azienda specializzata in cybersecurity, segnalano infatti che in rete circola un’App che infetta i dispositivi riempiendoli di pubblicità con una versione fake che installa un malware direttamente sullo smartphone.
La versione fake di FaceaApp non procede all’invecchiamento, ma simula un malfunzionamento. Quando viene rimossa rilascia un malware che si chiama MobiDash. Lo scopo è quello di inondare l’utente di messaggi pubblicitari.
Attenzione quindi all’uso dell’applicazione e ricordarsi, se proprio ci si vuole ammirare in altre vesti, siano quelle di donna che di pensionato, di scaricare solo la versione ufficiale dell’applicazione.
Fonte: Il Mattino