Sembrava un caso isolato quello raccontato dal Wall Street Journal nel marzo scorso eppure la nuova frontiera dello scam, e cioè quel tentativo di truffa pianificata con metodi di ingegneria sociale nella quale si promettono grossi guadagni in cambio di somme di denaro da anticipare, ha sviluppato una nuova tecnica che tutt’oggi risulta essere decisamente efficace.
In molti casi un tentativo di scamming portato a segno si potrebbe tradurre in vero e proprio disastro. Come riportato dal quotidiano newyorkese alcuni malintenzionati hanno usato software basati sull’A.I. per impersonare la voce di un amministratore delegato e richiedere un trasferimento fraudolento di € 220.000 ($ 243.000) a favore di un presunto prestanome.
Il responsabile della società in questione, azienda operante nel settore energetico britannico, pensava di parlare al telefono con l’amministratore delegato della casa madre che richiedeva urgenza dei fondi per saldare un fornitore ungherese. La voce sarebbe stata ricostruita al computer grazie a un algoritmo che ha imitato in tutto e per tutto la voce del CEO.
Una prima chiamata chiedeva di trasferire immediatamente 220 mila euro sul conto del fornitore, una seconda affermava che il versamento era stato già rimborsato mentre una terza chiedeva altri soldi.
Anche se il manager dell’azienda, insospettitosi dalle numerose chiamate ricevute, non ha proceduto al pagamento di tutte le somme richieste, la richiesta della prima transazione è stata evasa e la somma è stata versata su un conto ungherese sotto il controllo dei truffatori, somma che poi è stata trasferita in un conto messicano.
Viene chiamata “AI-powered voice technology” ed è una tecnologia che consente di poter replicare esattamente la voce della persona che si vuole impersonare. Un procedimento molto simile alla tecnica usata per creare video “deep – fake” ma che a differenza di quest’ultima risulta essere decisamente efficace per questo tipo di truffe.
Youtube: Un video che offre degli esempi del deep-fake
Non è il primo caso di scamming tant’è che la BBC nel mese di luglio già aveva riportato la notizia che Symantec aveva assistito tre clienti in casi simili in cui il software AI era stato utilizzato per falsificare le voci del CEO. La truffa è costata milioni di dollari.
Con l’utilizzo dei social e dei media ad oggi riuscire ad estrapolare campioni di voce di un CEO di una specifica azienda da qui se ne deduce l’estrema facilità con la quale cybercriminali, con l’indispensabile ausilio dell’IA, possono provare e in alcuni casi anche riuscire a truffare una azienda.
Fonte: Znet