Il Disegno di Legge sull’Intelligenza Artificiale, in esame al Senato, ha ricevuto 409 emendamenti, mirati a regolamentare l’uso e lo sviluppo dell’IA in Italia con un approccio che bilancia innovazione e tutela dei diritti. Tra le proposte principali, si trova l’idea di un monitoraggio costante dei consumi energetici dei data center, per rendere più sostenibile l’infrastruttura digitale. Inoltre, si prevede una strategia per integrare l’IA nel sistema giudiziario, con l’obiettivo di ottimizzare i processi legali mantenendo al contempo la supervisione umana, per limitare i rischi e massimizzare i benefici dell’automazione.

Un aspetto rilevante è la proposta di istituire un’autorità indipendente che vigili sull’impatto dell’IA sui diritti fondamentali, sulla privacy e sull’ambiente, garantendo che l’uso di tali tecnologie non crei rischi sociali, economici o ambientali. Si pone anche l’accento sull’importanza di mantenere il controllo umano nelle decisioni cruciali, preservando autonomia e responsabilità nelle scelte determinanti.

Altre misure avanzate mirano a garantire parità di genere nei sistemi di IA, per evitare distorsioni o discriminazioni, e a promuovere la diversità linguistica, rendendo l’IA accessibile anche nelle lingue minoritarie del Paese. L’impatto dell’IA sul lavoro è un altro tema centrale, con l’invito a considerare le implicazioni occupazionali delle tecnologie digitali in conformità con l’articolo 35 della Costituzione, per salvaguardare il diritto al lavoro.

Sul fronte della protezione dei dati, il Ddl richiede trasparenza nell’utilizzo dei dati personali e piena conformità alle normative europee GDPR e AI Act. Le pubbliche amministrazioni, inoltre, dovranno coinvolgere la cittadinanza con consultazioni pubbliche prima di adottare sistemi di IA. È prevista anche la richiesta di un consenso esplicito per l’uso dei dati personali a fini di addestramento dell’IA.

Per tutelare ulteriormente la privacy, il testo vieta l’uso dell’IA per attività di scraping online non autorizzate e impone il principio di “privacy by design” per minimizzare la raccolta dei dati necessari. I fornitori di IA selezionati dalla pubblica amministrazione dovranno ottenere certificazione ISO, in modo da garantire elevati standard di sicurezza e conformità.

Nel settore infrastrutturale e ambientale, l’IA potrebbe essere impiegata per monitorare la qualità dell’aria e lo stato di strade, ponti e acquedotti, consentendo interventi tempestivi in caso di necessità. In linea con la sovranità digitale, si raccomanda di conservare ed elaborare i dati sensibili su server situati in Italia e di preferire modelli IA sviluppati in lingua italiana.

Sul fronte della sicurezza, il Ddl stabilisce che l’IA non possa essere utilizzata per scopi offensivi e che il suo impiego sia permesso solo per difesa, sotto il controllo umano. Per monitorare tali aspetti, è proposto un comitato etico nazionale che riferirà periodicamente al Parlamento.

In ambito sanitario, si prospetta una sperimentazione per valutare l’impiego dell’IA a supporto della salute pubblica, attraverso una gestione sicura e trasparente dei dati sanitari. La proposta prevede anche l’obbligo di segnalare chiaramente i contenuti creati o alterati dall’IA, assicurando che gli utenti possano distinguere tra contenuti autentici e generati artificialmente. In sintesi, il Ddl sull’Intelligenza Artificiale punta a introdurre un quadro normativo che consenta di sfruttare le potenzialità dell’IA nel rispetto dei diritti fondamentali, della sicurezza e dei valori sociali ed economici italiani.

In sintesi, il Ddl sull’Intelligenza Artificiale punta a introdurre un quadro normativo che consenta di sfruttare le potenzialità dell’IA nel rispetto dei diritti fondamentali, della sicurezza e dei valori sociali ed economici italiani.

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