La Cina sembrerebbe pronta a sostituire i sistemi operativi Windows per le sue forze armate. Secondo un report della Kanwa Asian Defense, un’organizzazione che si occupa di notizie registrata in Canada, la Cina avrebbe creato una task-force l'”Internet Security Information Leadership Group” alla quale è stato dato il compito di sviluppare un nuovo sistema operativo per sostituire Windows.
Di fatto tale obiettivo consentirebbe alle autorità cinesi di avere piena autonomia sulla gestione informatica del proprio comparto militare così da impedire qualsiasi tentativo di controllo o attacco dalle autorità estere in particola modo quelle americane.
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Attualmente l’Esercito popolare di liberazione (PLA) utilizzerebbe anche il sistema UNIX per alcuni server di stato ma anche questo, secondo le dichiarazioni, sembrerebbe non essere sufficientemente sicuro.
Il distaccamento dall’occidente tuttavia non si limita ai sistemi operativi “classici”. Anche il sistema PLC, programmable logic controller di fattura tedesca, strumento che controlla circa il 70% degli impianti industriali cinesi (ICS), comporterebbe, a detta degli esperti informatici del governo, enormi rischi per la sicurezza nazionale.
Sulla scia degli U.S.A. che distaccarono il comparto dedicato esclusivamente alla cyber security nell’aprile del 2018 con lo “United States Cyber Command”, anche la Cina sta pensando di crearne uno dedicato. Attualmente il centro di ricerca, sviluppo e controllo governativo è direttamente sotto il Comitato centrale del Partito Comunista Cinese (PCC).
La logica della Security By Oscurity sicuramente è la nuova strategia che molti paesi stanno adottando. Lo sviluppo di tecnologie che garantiscono una cyber indipendenza nazionale sicuramente sono il frutto della continua sfida al monopolio informatico che sta interessando Usa e Cina in questo delicato periodo storico, ma è lecito chiedersi fino a che punto saranno veramente autonome le due superpotenze.
Fonte: Epoch Times
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