Il cigno è grigio – Ed. Rubbettino 

Torniamo ad esercitare il “pensiero lungo” per sconfiggere le crisi permanenti

Offre interessanti spunti per una lettura trasversale “Il cigno è grigio”, saggio di Biagino Costanzo. Manager con un’esperienza trentennale, già consulente della presidenza del Consiglio, docente di scienze forensi e criminologiche, socio della Fondazione ICSA. Lo studio si può considerare la naturale prosecuzione di un precedente lavoro di ricerca “Saligia” (Bastogi editore, n.d.r.) focalizzato sugli “inciampi dell’evoluzione”. Perché sono le battute d’arresto, le bibliche “pietre d’inciampo” che appassionano lo studioso e che obbligano tutti noi a riflettere, andando oltre gli stereotipi e il pensiero dominante. “Saligia – spiega l’autore – è l’acronimo dei sette vizi capitali che viene utilizzato per fotografare il decennio 2007-2017 dove la società ha iniziato a “sbandare”, non avendo più punti di riferimento certi. Tutto è iniziato con la fine delle ideologie e con la globalizzazione buona che si è trasformata in un capitalismo esclusivamente finanziario. Il cambiamento in peggio dal punto di vista antropologico già era in nuce. Oggi viviamo in una bolla del nulla e del superficiale dove, anche dal punto di vista professionale, molti tentano di aggiustare il tiro, operazione alquanto difficile da attuare”.

Siamo oltre la società del rischio di Ulrich Beck. Gli sconvolgimenti cui siamo sottoposti hanno scompaginato le categorie di riferimento esistenziali, ontologiche e conoscitive. La prepotente espansione del cyber crimine è un’autentica emergenza del nostro tempo, che richiede investimenti in capitale umano e strumenti. Rispetto a questi temi, già prioritari nelle agende dei governi, Costanzo, come evidenzia molto bene Umberto Saccone nella prefazione, mostra “un evidente, consolidato, autentico e convinto rifiuto dell’ipocrisia”. L’incessante progresso e i rapidi cambiamenti innalzano in modo esponenziale la percezione del pericolo, dovuto innanzitutto all’aumento della popolazione mondiale, fattore che ha determinato una richiesta sempre più massiva di sicurezza. I rischi per la privacy sono diretta conseguenza di un mutamento del quadro, con cui dovremo imparare a fare i conti”.

“Permacrisi” è l’originale neologismo che attraversa le pagine. Si tratta, come viene spiegato nei dizionari, di una condizione di crisi permanente, per cui si passa da un’emergenza all’altra. “Solo 15 anni fa abbiamo fronteggiato la peggiore crisi finanziaria dagli anni ’30, poi la peggiore pandemia dal 1919 e ora la più grave crisi-geopolitica in Europa dalla fine della guerra fredda in uno con le tensioni mediorientali che possono destabilizzare l’intero mediterraneo. Pandemia, cambiamenti climatici, guerra con minaccia nucleare, razionamento energetico, inflazione. Viviamo una nuova normalità dove l’ansia costante pervade, senza soluzione di continuità, le nostre vite”. È in questo particolare clima che scopriamo le fattezze inedite del “cigno grigio”, quando avevamo sempre creduto che fosse nero. Vale la pena seguire il ragionamento dello studioso: “Quella del cigno nero è una teoria scientifica che descrive un evento non previsto, che ha effetti rilevanti e che, a posteriori, viene razionalizzato e giudicato prevedibile. Etimologicamente questa teoria prende le mosse dall’errata assunzione nell’emisfero boreale dell’inesistenza del cigno nero, “scoperto” dal mondo occidentale, solo nel 1697. In realtà, come cerca di dimostrare nel suo scritto, quasi tutto è prevedibile, si può dunque abbassare il livello del rischio, mettendo in campo azioni efficaci. Cosa c’è di nero ed imprevedibile in una carestia, in una migrazione di massa, agevolate dal cambiamento climatico? Cosa c’è di nero ed imprevedibile circa la possibilità che si possa verificare un incidente nucleare ad una delle tante centrali nucleari disseminate nel mondo? Cosa c’è di nero ed imprevedibile in una crisi energetica aggravata da una non imprevedibile guerra che ha portato alla luce politiche di approvvigionamento dell’energia poco lungimiranti? Cosa c’è di nero ed imprevedibile in una inondazione di fake news e di una narrazione falsa di fatti ed avvenimenti? L’IA se non governata eticamente e con serietà dove ci porterà?”.

Sono tutti interrogativi pesanti quelli sollevati dal testo che spingono il corpo collettivo a ritornare a esercitare un “pensiero lungo”. Ridare spazio al ragionamento, alla riflessione, superando il “pensiero breve”, può essere una ricetta utile per pensare positivo senza sfociare nell’utopia. Il “cigno grigio” è una provocazione che può aiutarci a mutare atteggiamento e a rileggere il percorso dell’evoluzione con rigore scientifico, evitando di cadere nei facili slogan e nelle tante illusioni ottiche che distraggono l’’opinione pubblica dalle questioni reali che dovremo affrontare per ridare fiato alla crescita e imboccare un percorso credibile per lo sviluppo umano.

 

Autore: Massimiliano Cannata

 

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